Per Pedroni Race telai in carbonio e componenti italiani. Ora in arrivo anche la ebike con batterie di produttori nazionali
L’unica pecca è il manettino del cambio, che arriva da uno dei grandi produttori internazionali di gruppi per le due ruote. Per il resto la Pedroni è una bicicletta interamente fatta in Italia, a partire dal telaio in carbonio per finire con i componenti più piccoli. E anche adesso che è imminente l’espansione all’elettrico, la batteria sarà rigorosamente nazionale. «Anche sul manettino ci stiamo arrivando ad avere un prodotto di qualità italiano», promette Stefano Giussani, che della start up rappresenta l’anima manageriale, essendo il Ceo nonché cofondatore.
Pedroni Race nasce infatti dalla passione per il racing estremo a due ruote, gravity, downhill ed enduro, di Michele Pedroni, che di queste discipline è stato un campione. Già nel’98, sulla base della sua esperienza sul campo, ha avviato una produzione artigianale per il suo Racing team, con una progressiva diversificazione dei modelli e l’acquisizione di una competenza nel carbonio. Poi l’incontro con Giussani, forte di una solida esperienza nel settore aeronautico: «Ero alla ricerca di un progetto imprenditoriale, con Michele ci siamo trovati subito: l’ho conosciuto quasi per caso e ci siamo imbarcati in quest’avventura con l’obiettivo di creare una società totalmente indipendente dalle forniture estere, che lavorasse su carbonio e alluminio “made in Italy”», prosegue Giussani. Così all’indomani del lockdown, nel 2021, non a caso nel pieno della crisi della supply chain che costava caro all’industria delle due ruote italiana, nasce Pedroni Race, con sito produttivo nel cuore della Motor Valley emiliana, ma testa pensante a Milano.
Il focus è su un prodotto focalizzato sul settore racing con un profilo di altissima qualità, prezzi che partono dai 5mila euro fino a oltre 12mila, per soddisfare le esigenze di un comparto in grande espansione, trainato dalla creazione di bike park e dalla conversione turistica delle stazioni sciistiche. Sul design dei telai Pedroni ha imparato da solo, aiutato dalla moglie che è diventata grande esperta di carbonio. È nato così lo stabilimento produttivo con officina per compositi e laboratorio che lavora sull’alluminio, con l’ambizione di produrre componenti anche per l’aeronautica. La produzione è partita l’anno scorso con la vendita di una decina di bici. L’obiettivo per quest’anno è di arrivare a 150 pezzi, grazie anche al lancio del modello elettrico previsto per giugno, e raggiungere le mille bici entro cinque anni. Entro allora anche il manettino del cambio sarà senz’altro tricolore.