La Federcalcio – dopo i responsi del Tar Lazio e del Consiglio di Stato – ha trasmesso ai legali di Cherubini e Paratici un altro capitolo del carteggio tra Procura Federale e Covisoc. Obiettivo, la revoca della penalizzazione e delle squalifiche
Coltello tra i denti per vedere restituiti i 15 punti sottratti dalla Corte d’appello federale. Prosegue la battaglia della Juventus contro la penalizzazione di 15 punti e le squalifiche ai suoi ex dirigenti.
Al centro degli ultimi sviluppi, la consegna del carteggio tra Procura della Figc e Covisoc che contiene i chiarimenti interpretativi sulla vicenda plusvalenze. Dopo i pronunciamenti del Tar e del Consiglio di Stato, oggi la Federcalcio ha trasmesso ai legali di Federico Cherubini e Fabio Paratici, coinvolti nell’inchiesta, la cosiddetta ‘seconda carta’ degli aggiornamenti tra Procura Federale e Covisoc richiesta dagli avvocati dei due.
Nel documento in questione l’organo di controllo dei bilanci analizza il fenomeno potenzialmente “patologico” delle plusvalenze. Nella “carta”, in cui non viene mai citata la Juventus ma solo genericamente i “clubs” la Covisoc spiega di aver “individuato situazioni gestionali che meritano un attento monitoraggio e ciò anche nella prospettiva dell’adozionedi potenziali iniziative istituzionali da parte dei competenti organi della Figc”. La Covisoc “ha realizzato un’analisi sui bilanci delle società e mostra come il cosiddetto trading dei calciatori – pur avendo garantito copiose plusvalenze idonee a sostenere gli aggregati patrimoniali – abbia generato pochissima liquidità”, si legge nel documento -. L’organo di supervisione “evidenzia una divergenza tra il prezzo pattuito e il valore dei diritti compravenduti. Nel caso dei club – sottolinea – sussistono innegabili peculiarità di cui non è possibile prescindere. Il patrimonio delle società di calcio è sovente rappresentato in maniera preponderante dal parco calciatori. Tale circostanza potrebbe indurre a condotte rivalutative al limite con conseguente alterazione dell’affidabilità dei bilanci”.
Sul fronte giudiziario, l’accesso alla “carta” – aveva evidenziato il Tar del Lazio – “è destinato a tutelare non solo le esigenze difensive del ricorrente, ma il più generale obbligo di trasparenza dell’azione amministrativa. L’atto va conosciuto prima che si concluda il processo sportivo”. Secondo gli avvocati difensori, sarebbero stati violati i tempi procedurali nell’inchiesta sportiva della procura federale della Figc, poichè il documento in questione è datato 21 aprile 2021. Tutto ruota intorno a questa data, in quanto la nota in questione anticiperebbe la data in cui la procura federale aveva appreso delle presunte irregolarità. La ben nota ‘carta Covisoc’, inviata dal procuratore federale Giuseppe Chiné, non era stata messa agli atti del processo sportivo, nonostante le richieste della difesa di poterla visionare, perché secondo la Procura non costituiva atto d’indagine.