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José Altafini, la biografia

Nato il 24 luglio 1938 a Piracicaba, José Altafini è un ex calciatore brasiliano che successivamente ottenne la cittadinanza italiana. Ricopriva il ruolo di attaccante e ha avuto una carriera di successo sia nella nazionale brasiliana, con cui ha vinto il titolo di campione del mondo nel 1958, sia nella nazionale italiana, di cui è stato membro dal 1961 al 1962.

Inizio carriera in Brasile

Inizia a dare i primi calci al pallone nel XV de Piracicaba, una squadra minore della sua città natale. All’interno della sede del club, c’è una foto del leggendario Grande Torino e, notando la notevole somiglianza del giovane con il compianto Valentino Mazzola, gli viene attribuito l’appellativo artistico di Mazzola.

Nel mese di luglio del 1955, entra a far parte delle giovanili del Palmeiras di San Paolo, una squadra composta principalmente da giocatori di origine italiana. Il 29 gennaio 1956 fa il suo esordio in prima squadra, subentrando nel secondo tempo di una partita amichevole contro il Catanduva, e con una doppietta stabilisce un record che tuttora rimane imbattuto come il più giovane marcatore nella storia della squadra biancoverde, all’età di 17 anni, 6 mesi e 5 giorni.

Indossando la maglia del Palmeiras, disputa due campionati nello Stato di San Paolo (1956 e 1957), segnando 32 gol in 63 partite. Complessivamente, conta 85 reti in 114 partite, tenendo conto anche delle partite amichevoli e semiufficiali, con una media di 0,74 gol a partita, che attualmente si posiziona al quinto posto nella storia del Palmeiras. Il 9 giugno 1957, realizza una straordinaria cinquina nella partita Palmeiras-Noroeste (5-0), stabilendo un altro primato, seppur in condivisione. Inoltre, il 6 marzo 1958, segnando due reti contro il Santos di Pelé, Pepe e Zito, diventa uno dei protagonisti della storica partita Santos-Palmeiras, conclusasi con il punteggio di 7-6 nel Torneo Rio-San Paolo.

José Altafini al Milan

In vista dei Campionati Mondiali in Svezia, José João Altafini gioca e segna in diverse partite amichevoli di preparazione organizzate dalla nazionale brasiliana in Italia, affrontando la Fiorentina e l’Inter. Durante queste occasioni, attira l’attenzione dei dirigenti del Milan, che decidono di acquistarlo per una cifra di 135 milioni di lire dell’epoca. Nonostante la giovane età di soli vent’anni, dimostra le sue abilità di goleador anche nella Serie A italiana.

Il 27 marzo 1960, durante un derby di Milano che termina con il punteggio di 5-3 a favore dei rossoneri, segna quattro gol in una sola partita, un record che ancora oggi rimane imbattuto. Il 12 novembre 1961, riserva lo stesso trattamento sotto la rete alla Juventus. Nel campionato 1961-1962, conquista la classifica dei marcatori a pari merito con Aurelio Milani.

Durante i sette anni trascorsi a Milano, vince due titoli di campione d’Italia (1958-1959 e 1961-1962) e la storica Coppa dei Campioni nella stagione 1962-1963. Quest’ultima vittoria rappresenta un momento di svolta per il Milan e per il calcio italiano, poiché rompe il dominio fino ad allora esercitato dalle squadre spagnole e portoghesi nella competizione europea. In quella edizione della Coppa dei Campioni, Altafini segna ben 14 reti, un record che resisterà fino alla stagione 2013-2014, quando Cristiano Ronaldo supererà questa cifra segnando 17 gol. Inoltre, nella partita contro l’Union Luxembourg, vinta per 8-0, segna cinque reti, stabilendo un altro record che tuttora condivide con otto altri giocatori.

Tuttavia, è soprattutto grazie a una doppietta di Altafini che il Milan riesce a superare in rimonta per 2-1, nella finale al Wembley Stadium di Londra, la squadra portoghese del Benfica, conquistando così il titolo di campione d’Europa.

Napoli

Nel 1965, a causa di polemiche con Amarildo e Paolo Ferrario, José João Altafini lascia il Milan e si trasferisce al Napoli, dove rimane per sette anni. Durante questo periodo, forma un’affiatata coppia d’attacco con il fantasista italo-argentino Omar Sívori. Il 31 dicembre 1967, durante la partita Napoli-Torino che termina 2-2, segna un gol straordinario con una spettacolare rovesciata acrobatica, suscitando l’entusiasmo dei tifosi. Nella stagione 1967-1968, contribuisce con i suoi gol al secondo posto finale del Napoli in Serie A, che rappresenta il miglior piazzamento della squadra partenopea fino a quel momento.

Juve

Successivamente, nell’estate del 1972, all’età di trentaquattro anni, Altafini si trasferisce alla Juventus insieme al suo compagno di squadra Dino Zoff. Nonostante la sua età avanzata, considerando gli standard dell’epoca, e il fatto di partire come riserva di Pietro Anastasi e Roberto Bettega nell’attacco bianconero, a Torino vince due titoli di campione d’Italia in modo determinante, nelle stagioni 1972-1973 e 1974-1975, mostrando spesso la sua capacità di essere decisivo quando subentra dalla panchina. Questa situazione ha dato origine al termine “alla Altafini” nel calcio italiano, che viene utilizzato per descrivere il contributo di giocatori in fase finale di carriera, ma ancora in grado di essere decisivi in brevi spezzoni di partita. Durante il suo periodo alla Juventus, contribuisce anche al raggiungimento della finale della Coppa dei Campioni nel 1972-1973, segnando un gol nei quarti di finale contro l’Újpesti Dózsa e una doppietta in semifinale contro il Derby County.

Un momento memorabile della sua esperienza bianconera è rappresentato dal gol segnato durante la partita Juventus-Napoli del campionato 1974-1975. La Juventus era in testa alla classifica con il Napoli al secondo posto a due punti di distanza. Altafini, entrato in campo come di consueto nei minuti finali, segna all’88’ il gol del 2-1, consentendo alla Juventus di staccare i rivali e vincere lo scudetto. Pochi giorni dopo la partita, sul cancello di accesso dello stadio San Paolo di Napoli appare la scritta “José core ‘ngrato”, un riferimento ai trascorsi dell’attaccante con la squadra partenopea.

Complessivamente, durante la sua carriera in Italia, José João Altafini segna 216 gol in 459 partite di Serie A, posizionandosi al quarto posto assoluto per numero di reti segnate (dopo Piola, Totti e Nordahl) e al secondo posto, dopo Javier Zanetti, per numero di presenze nella massima categoria italiana tra i calciatori non nati in Italia.

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