Fabio Capello, nato a Pieris il 18 giugno 1946, è un ex calciatore e allenatore di calcio italiano, noto per la sua posizione nel centrocampo. La sua carriera calcistica ha preso forma nel settore giovanile della SPAL, dove ha avuto l’opportunità di esordire nella massima serie nel corso della stagione 1963-1964. Durante la sua carriera da giocatore, ha indossato le maglie di squadre prestigiose come Roma, Juventus e Milan. Durante questo periodo, ha conquistato quattro campionati, tre dei quali con la Juventus e uno con il Milan. Ha inoltre alzato al cielo due Coppe Italia, una con la Roma e una con il Milan.
La sua influenza non si limitava solo ai club, ma si estendeva anche alla nazionale italiana, dove ha rappresentato il proprio paese dal 1972 al 1976. Durante questo periodo, ha accumulato 32 presenze con la maglia azzurra, segnando 8 gol, tra cui spicca quello decisivo che ha consentito all’Italia di conquistare una storica vittoria in casa dell’Inghilterra a Wembley nel 1973.
La carriera da giocatore
Capello fece i suoi primi passi nel mondo del calcio nella sua città natale, Pieris, dove suo padre aveva già giocato. All’età di sedici anni, Paolo Mazza lo notò e lo portò a Ferrara per un’offerta di due milioni di lire, superando l’interesse del Milan guidato da Giuseppe Viani. Tuttavia, fu suo padre Guerrino a respingere il primo trasferimento del figlio ai rossoneri, nonostante l’insistenza di Viani, affermando di voler mantenere la parola data al dirigente ferrarese.
Trascorse due anni nelle giovanili della SPAL, il secondo dei quali sotto la guida di Giovan Battista Fabbri. Il suo esordio in prima squadra avvenne il 29 marzo 1964, quasi diciottenne, nella partita di Serie A persa per 3-1 contro la Sampdoria.
La SPAL tornò immediatamente in Serie A, grazie anche agli sforzi di Mazza che rafforzò la rosa, e il diciannovenne Capello divenne un punto di riferimento per il centrocampo, nonché rigorista di una squadra che ritornò ai vertici del calcio italiano. La stagione 1966-1967 fu amara per Capello, a causa di un infortunio al ginocchio che gli fece perdere metà del campionato, segnando così la fine della sua esperienza con la maglia biancazzurra.
Trasferimento alla Roma
Nel 1967 andò Roma per 260 milioni di lire, durante un’estate in cui la società giallorossa fece diversi importanti colpi di mercato per costruire un futuro solido, investendo sia su giocatori esperti come il brasiliano Jair, sia su giovani promesse come il regista friulano stesso.
Al suo arrivo trovò il tecnico Oronzo Pugliese, ma durante quella stagione Capello non poté essere schierato spesso a causa dei problemi fisici che aveva già avuto a Ferrara. Giocò solo in 11 partite di un campionato deludente per la squadra capitolina, che si classificò all’undicesimo posto.
La stagione 1968-1969 fu completamente diversa, grazie all’arrivo del Mago Helenio Herrera, che fece di Capello il fulcro della squadra. Nonostante un modesto ottavo posto in Serie A, la Roma conquistò la Coppa Italia, il primo trofeo vinto dal giovane centrocampista, che segnò una doppietta nell’ultima giornata del girone finale contro il Foggia.
Fabio Capello alla Juve da giocatore
Nel 1970, insieme agli altri due talenti Landini e Spinosi, Capello si trasferì alla Juventus. Come accadde quando passò alla Roma, si trovò in una squadra completamente rivoluzionata, con Armando Picchi allenatore. Picchi, come Herrera, lo posizionò al centro del gioco della squadra, ma pochi mesi dopo, il tragico destino colpì il tecnico.
Durante la stagione 1970-1971, l’eredità di Picchi fu affidata al tecnico delle giovanili bianconere, Čestmír Vycpálek. Questi, guidò la squadra fino alla finale di Coppa delle Fiere. In quella competizione, Capello segnò un gol nel pareggio per 2-2 contro il Leeds United nella partita di andata a Torino. Purtroppo, al ritorno la Juve perse per via dei gol in trasferta. Durante la stagione 1971-1972, Capello raggiunse il suo record personale di gol in campionato (9). Contribuì alla vittoria del quattordicesimo titolo di campione italiano per il club torinese, nonché il suo primo in carriera.
Nella stagione successiva, ancora sotto la guida del tecnico cecoslovacco, la Juventus subì la sconfitta per 1-0 nella finale di Coppa dei Campioni contro l’Ajax di Johan Cruijff. Nonostante le delusioni delle due finali perse, Capello poté consolarsi con la vittoria del campionato.
Dopo un’altra stagione sotto la guida di Vycpálek, Capello si confermò un pilastro della Juventus anche con Carlo Parola come allenatore. Durante la stagione 1974-1975, conquistò il suo terzo titolo di campione d’Italia.
Trasferimento al Milan
Nel 1976 avvenne uno scambio clamoroso tra Capello e il capitano del Milan, Romeo Benetti. Il nuovo allenatore della Juventus, Giovanni Trapattoni, che proveniva proprio dal Milan, volle Benetti nella sua squadra, mentre Capello si trasferì a Milano per l’ultima fase della sua carriera da calciatore.
Nella sua prima stagione con la maglia rossonera, Capello fu subito titolare e vinse la Coppa Italia 1976-1977. Fu il suo secondo trofeo dopo quello vinto otto anni prima con la Roma. Anche con il ritorno di Nils Liedholm come allenatore nella stagione 1977-1978, Capello continuò a giocare regolarmente nel Milan e la squadra si classificò al quarto posto in campionato, ottenendo la qualificazione alla Coppa UEFA.
Tuttavia, l’anno successivo, gravi problemi fisici lo limitarono a soli 8 incontri di campionato. Nonostante ciò, contribuì alla conquista dello scudetto, il quarto della sua carriera. Nella sua ultima stagione da giocatore, Capello disputò solo tre partite di campionato e una presenza in Coppa Italia, segnando un gol. Capendo di aver raggiunto la fine della sua carriera, lasciò il calcio giocato nel 1980.
Allenatore del Milan
Dal 1981, Capello iniziò la sua carriera da allenatore guidando le squadre giovanili del Milan. Allenò la formazione Berretti e vinse il campionato nazionale sconfiggendo il Bari in finale. Successivamente, divenne allenatore della squadra Primavera e li condusse alla finale nazionale del 1983-1984, perdendo contro la Roma, ma vincendo la Coppa Italia Primavera nel 1984-1985.
Fu poi promosso ad assistente dell’allenatore Nils Liedholm per la prima squadra del Milan nella stagione 1986-1987. Alla fine della stagione, fece il suo debutto come allenatore in Serie A, sostituendo temporaneamente Liedholm e guidando la squadra nelle ultime sei giornate di campionato. Riuscì a garantire la qualificazione in Coppa UEFA alla squadra grazie alla vittoria contro la Sampdoria nello spareggio a Torino.
L’eredità di Sacchi
Tornò ad allenare quando il Milan aveva bisogno di sostituire Arrigo Sacchi nel giugno 1991, dopo che Sacchi fu chiamato a dirigere la nazionale italiana. Nonostante l’iniziale scetticismo per la sua mancanza di esperienza sulla panchina e le critiche che lo consideravano un “yes man” della dirigenza del club, Capello prese in mano la difficile eredità lasciata da Sacchi e avviò uno dei periodi di successo più prolifici nella storia del Milan. Tra il 1991 e il 1996, la squadra allenata da Capello vinse quattro campionati, di cui tre consecutivi, e una Champions League. Durante questo periodo, stabilì numerosi record, tra cui il maggior numero di risultati utili consecutivi in Serie A.
La prima stagione di Capello alla guida del Milan si concluse con la vittoria dello scudetto da imbattuti, un risultato senza precedenti nel calcio italiano. Successivamente, con una serie di importanti acquisti e l’utilizzo del turnover, Capello guidò la squadra alla vittoria di altri titoli nazionali e alla finale di Champions League.
Dopo la partenza di alcuni giocatori chiave, Capello riuscì a costruire una nuova squadra per la stagione 1995-1996, che comprendeva stelle come George Weah e Roberto Baggio. Con una gestione oculata delle numerose opzioni a disposizione, Capello portò il Milan a vincere il quarto scudetto in cinque anni, superando la Juventus di otto punti.

Fabio Capello al Real Madrid
Capello è stato ingaggiato come allenatore dal Real Madrid nell’estate del 1996. La squadra aveva ottenuto un piazzamento deludente nella stagione precedente e Capello ha lavorato per migliorarne le sorti. Ha portato nuovi giocatori come Clarence Seedorf e Roberto Carlos e ha stabilito un equilibrio tattico efficace. Grazie alle loro prestazioni e a giocatori chiave come Raul e Predrag Mijatović, il Real Madrid è riuscito a vincere il titolo di campione. Nonostante i successi, Capello è entrato in conflitto con il presidente del club e ha annunciato la sua partenza in anticipo.
Successivamente, Capello è tornato ad allenare il Milan, su richiesta di Silvio Berlusconi. Tuttavia, la sua seconda esperienza al Milan non è stata altrettanto fortunata, con la squadra che ha ottenuto risultati deludenti in campionato e ha mancato la qualificazione alle competizioni europee.
Roma
Dopo aver lasciato il Milan, Capello è stato ingaggiato dalla Roma. Ha guidato la squadra verso il successo, vincendo il campionato italiano nel 2001 e la Supercoppa italiana nello stesso anno. Ha continuato a guidare la Roma per altre due stagioni, ottenendo buoni risultati in Coppa Italia e in campionato.
Juventus
Nel maggio 2004, Fabio Capello diventò l’allenatore della Juventus, suscitando il dispiacere dei tifosi della Roma che lo considerarono un tradimento. In precedenza, Capello aveva dichiarato di non essere interessato alla panchina della Juventus. La lotta per il titolo durò tutta la stagione e fu il match del 8 maggio 2005 a San Siro tra Juventus e Milan a decidere il campionato, con la Juventus che vinse per 1-0. Anche nella stagione successiva, nonostante una partenza difficile con la sconfitta nella Supercoppa italiana contro l’Inter, la Juventus riuscì a vincere lo scudetto. Tuttavia, entrambi i titoli furono revocati a causa dello scandalo di Calciopoli nel 2006. Durante il suo periodo alla Juventus, la squadra dominò la Serie A, rimanendo in testa alla classifica per 76 giornate. In Europa, furono il Liverpool e l’Arsenal a eliminare la Juventus ai quarti di finale della Champions League.
Ritorno al Real
Dopo la retrocessione della Juventus in Serie B, Capello fece ritorno al Real Madrid nell’estate del 2006. Nonostante un inizio difficile e l’esclusione di Antonio Cassano dalla squadra, il Real Madrid migliorò le proprie prestazioni e riuscì a superare il Barcellona nella lotta per il titolo nazionale, anche se venne eliminato dal Bayern Monaco in Champions League. Nonostante il successo, Capello fu esonerato dal presidente Ramón Calderón pochi giorni dopo.
Le Nazionali
Nel dicembre 2007, Fabio Capello fu scelto come allenatore della nazionale inglese dopo la delusione della mancata qualificazione all’Europeo. Il suo staff era composto interamente da italiani. Dopo una serie di partite amichevoli, affrontò le qualificazioni per i Mondiali 2010, ottenendo 8 vittorie consecutive che assicurarono la qualificazione dell’Inghilterra al torneo. Capello fu considerato il secondo miglior allenatore del 2009 secondo l’IFFHS. Ai Mondiali, l’Inghilterra fu eliminata nei quarti di finale dalla Germania.
Capello rimase sulla panchina dell’Inghilterra e guidò la squadra a qualificarsi senza sconfitte per l’Europeo 2012. Tuttavia, nel febbraio 2012, Capello si dimise dopo la decisione della Federazione di revocare la fascia di capitano a John Terry a causa di un comportamento razzista.
Nell’estate 2012, Fabio Capello divenne il commissario tecnico della nazionale russa. Debuttò con un pareggio amichevole contro l’Uruguay. Nel 2013, la Russia si qualificò direttamente per i Mondiali, superando il Portogallo nei playoff. Tuttavia, il torneo si concluse presto per la squadra russa, eliminata nella fase a gironi dopo la sconfitta contro il Belgio. Nonostante la conferma iniziale dalla Federazione russa, il contratto di Capello fu risolto nell’estate 2015.